Tornano le Giornate FAI di Primavera (32ª edizione)

Tornano le Giornate FAI di Primavera (32ª edizione)

È arrivata la primavera e tornano le Giornate FAI,  il 23 e 24 marzo 2024, in 750 luoghi in 400 città, il più importante evento d’Italia apre le porte ai visitatori grazie ai volontari e al FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, nato per tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano.

Con grande eccitazione e anticipazione, sono lieta di presentare il via alla 32ª edizione dell'evento, attraverso la voce di uno speciale rappresentante del FAI per ottenere la prospettiva più approfondita e autorevole: 
Marco Magnifico il Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano Raccontare il patrimonio culturale per educare la collettività a proteggerlo e a prendersene cura, da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza ad una impressionante struttura di volontariato, le Delegazioni del FAI, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico, 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicità e passione.”

Da tre decenni, questo straordinario evento ha catturato l'attenzione e il cuore di 12 milioni e 515.000 cittadini partecipanti, offrendo un'esperienza indimenticabile e ricca di emozioni, lasciando un'impronta duratura nei ricordi. Unirsi e immergersi nell'atmosfera e nell'eccitazione di questa incredibile celebrazione del patrimonio italiano è possibile in queste due giornate, luoghi speciali che tutto il mondo ci invidia e beni particolari, generalmente inaccessibili, aprendoli durante le Giornate FAI.

Questo fine settimana ci sarà un’opportunità unica da cogliere attraverso i nostri passi, tutti i nostri sensi saranno chiamati in gioco a riempirsi direttamente di un patrimonio di bellezza del Bel Paese: l’Italia. Conoscere e prendersi cura dei luoghi che frequentiamo non solo ci aiuta a connetterci con il nostro ambiente, ma anche a comprendere meglio noi stessi e la nostra vita. Infatti, il modo in cui trattiamo i luoghi riflette il nostro atteggiamento verso noi stessi e verso gli altri. Prendersi cura dei luoghi che frequentiamo è anche un modo per coltivare il rispetto per noi stessi e per il mondo che ci circonda. Ogni luogo che visiteremo, diventa parte integrante della nostra esperienza e influenza il nostro stato d'animo, le nostre emozioni e persino la nostra identità, avremo modo per una frazione di tempo difficilmente dimenticabile di viverlo e abitarlo.

Personalmente, visiterò 3 di questi luoghi, scelti per presentarli sul Blog LOVEDOORMAT in prossimi articoli: si tratta di tre edifici storici, nati con destinazione d'uso residenziale, nella regione Piemonte, eccezionalmente aperti per il FAI e normalmente non fruibili.

Ci sono luoghi inconsueti, da visitare, per tutti i gusti.

Per chi ama camminare e fare trekking, una “chicca” quasi sconosciuta da visitare, il grande masso 🪨 che si erge a Suno (Novara) nel letto del ruscello "rio Motto Zufolone", protetto da un'area boscosa e collinare, dove sono visibili ancora le vasche scavate direttamente nel terreno per l'approvvigionamento idrico, sono nate le leggende che si ascolteranno nelle Giornate Fai di Primavera.

Le due antiche storie sul “Preja da Scalavé" dal dialetto, in italiano “Masso per Scivolare” strofinarsi o scivolare sopra di essi in epoche remote nei riti pagani, pare fosse di buon auspicio, le donne sterili e quelle gravide chiedevano un aiuto alla madre Terra come collegamento ideale tra terra e cielo. Ha un soprannome e una diceria Prion dla val dal Sèch, La Pita e i Piscit d'or" dal dialetto, in italiano “Pietrone della valle del Secco, una Chioccia con i Pulcini d'oro” nella tradizione orale di paese che precisa si trovino sotto il monolitico serpentino, evidente correlazione tra i neonati che sono il tesoro nascosto (pulcini d'oro) ed il grande masso che ne é la chioccia (pita) dalla forma arrotondata e vagamente conica di circa 4 metri di base per 5 di altezza, depositato dalle glaciazioni dell'era Neozoica o Quaternaria.

Altra destinazione trekker, della Giornata Fai di Primavera sabato 23 marzo 2024, sarà 🧊 la “Giassera dij Casasco” dal dialetto, in italiano la  Ghiacciaia dei Casasco, si  percorre un tratto naturalistico, allagato e fradicio nelle settimane di pioggia per raggiungere i Mareschi di Sant’Antonino di Susa (Torino) in cui Fransuà, l'ultimo venditore di ghiaccio, esercitava ancora negli anni Quaranta del secolo scorso, per conto dei Casasco, la cui storia  si ascolta nelle Giornate Fai di Primavera.

La famiglia Casasco era proprietaria di un negozio per il commercio dei vini e di una caffetteria e dunque aveva necessità di ghiaccio. È situata in un’area boschiva ad ontano nero, anticamente bonificata e coltivata, in cui deviando il corso del Rio Concetto, veniva prodotto il ghiaccio due volte l'anno in vasca costruite a lato, che poi veniva tagliato a blocchi e conservato nella ghiacciaia. Ne esistevano altre, tre probabilmente e questa rimane l'unica visibile: una struttura circolare in pietra con una cupola in mattoni pieni alta oltre tre metri, protetto da un cancello a inferriata in ferro, l’accesso, attraverso una scala a pioli al vano preposto alla conservazione. 
La produzione del ghiaccio naturale in Piemonte è documentata dal XVII secolo agli anni immediatamente seguenti la seconda guerra. Antichissima l’usanza, già nel IV secolo a. C. si conservava il ghiaccio in profonde buche ricoperte da arbusti e terriccio, la “Giassere”. Il territorio è molto interessante da un punto di vista naturalistico, con la presenza di una ricca e variegata flora e fauna: nella zona umida vivono alcune specie di anfibi, il Tritone crestato (Triturus carnifex), specie tutelata di particolare interesse naturalistico, dall'allegato II della direttiva Habitat, in quanto minacciato di estinzione, il tritone comune, la rana Temporaria, la rana verde, una gran quantità di animali selvatici, l'arvicola, il ghiro, lo scoiattolo rosso, il topo vi trovano rifugio. Durante l'estate, in prossimità delle zone umide volano le libellule, nei prati le farfalle e moltissime cavallette. La flora è ricca e variegata, nei periodi piovosi il territorio rimane allagato ed è possibile trovare specie caratteristiche di questi ambienti umidi: l'equiseto dei fiumi, Equisetum fluviatile o “Pan d'asu“, l'equiseto dei campi, Equisetum arvense o “Erba dij porc” la felce maschio, la canna, la tifa, la lenticchia d'acqua, la balsamina gialla e glandulifera, l'ulmaria e il giunco dei boschi, utilizzato in passato come lettiera per gli animali e per impagliare le sedie.

Tanti, tanti altri posti incredibili, in tutta Italia da Scoprire il 23 e 24 marzo 2024 Giornate FAI di Primavera i luoghi aperti e visitabili 

 

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